
MTM Teatro Leonardo – dal 22 al 31 ottobre 2021 – Prima Nazionale
Io, Steve Jobs
Progetto, drammaturgia e regia Corrado d’Elia
Scene Chiara Salvucci
Luci Christian Laface
Musiche Gabriele Copes
Foto di Scena Angelo Redaelli
Assistenti alla regia Luca Ligato e Sabrina De Vita
Produzione Compagnia Corrado d’Elia
Progetto selezionato Next 2020
RECENSIONE
Corrado d’Elia nel suo nuovo quaderno ha raccontato la storia dell’uomo che ha portato la rivoluzione nel mondo dell’elettronica ed è riuscito a far diventare un argomento, che apparentemente potrebbe essere considerato lontano da ogni sentimentalismo, un discorso che si riveste invece di una poesia tutta sua.
Questa volta, a differenza dei quaderni cui d’Elia ci ha abituato, la scena non è completamente vuota: sulla parte sinistra del palcoscenico troneggia una struttura alta non definita, un simbolico totem, che nel momento culminante della narrazione si illuminerà con luci intermittenti che l’attraverseranno con tonalità inizialmente basse fino ad arrivare a un culmine quasi accecante: si capirà allora che la struttura rappresenta un personal computer e l’illuminazione la nascita dell’importante azienda di dispositivi multimediali, la Apple.
L’inizio dello spettacolo vede d’Elia che in questo quaderno si sdoppierà in due personaggi: quello di Stevie Jobs e quello dell’amico Ronald Wozniak, suo compagno di avventura durante il cammino delle sue molteplici invenzioni nel campo dell’elettronica. Seduto su uno sgabello alla destra del palcoscenico, munito di microfono che ne amplificherà la voce narrante, d’Elia/Jobs, sarà Jobs mentre si entusiasmerà snocciolando le sue molteplici intuizioni all’amico Wozniac. Si sbraccerà, parlerà con entusiasmo, mostrando tutta la sua allegria per quello che intenderà costruire. Ad ascoltarlo quasi con incredulità sarà d’Elia/Wozniac, che in questo caso più che essere il suo interlocutore, indosserà le vesti di narratore della vita dell’amico. Narrerà episodi poco conosciuti, anche divertenti, quando Jobs usava mangiare solo frutta e, convinto che tanto bastasse per rendere pulito il suo corpo, non usava lavarsi, tanto che la sua persona era maleodorante. E non mancano gli episodi meno edificanti, quando per esempio non voleva riconoscere la figlia Lisa nata da un rapporto con Crisann Brennan. E tuttavia poi creerà un personal computer che chiamerà proprio con il nome della figlia, che nel frattempo avrà riconosciuta legalmente. Uno Jobs più umano, quindi, e non dipinto in un’agiografia che ne possa immortalare i meriti inventivi e farlo diventare uno degli uomini più ricchi del mondo.
La forza di questo bellissimo quaderno di Corrado d’Elia, che, ininterrottamente, non si risparmierà per quasi novanta minuti, sta proprio in questo sdoppiamento in due personaggi: uno che vive il presente (Jobs) e parla prevalentemente dei suoi progressi nel campo dell’elettronica, l’altro (Wozniak) che racconta di lui e ne narra alcuni dei momenti salienti della sua vita, non risparmiando quegli episodi toccanti che segnarono il carattere dell’amico, quando per esempio gli rivelò che lui non si sentiva di appartenere a nessuno, quasi a voler giustificare una sua forma di anaffettività (Jobs era nato da una famiglia di madre statunitense e padre siriano che lo diedero in adozione a un’altra famiglia).
Urla di gioia da parte di un Jobs raggiante quando ha una nuova intuizione che gli farà inventare poi nuovi apparecchi tecnonologici. Ci terrà a sottolineare che tutti avranno un nome diverso ma tutti quei nomi inizieranno con la lettera “i” che sta significare “io”. Ecco nascere quindi i vari iMac, iPad, iPhone. e qui sta la sua felicità, la sua ragione di vita. Ma anche il suo ego smisurato
Una musica continua, per lo più di genere rock, quella famosa di quegli anni che vanno dal 1974 ad anni più recenti, farà da contrappunto, intercalando le esultanze dell’inventore, musica che assumerà toni più dolenti quando Wozniack racconterà del momento in cui Jobs gli rivelò il suo male.
Il monologo, ma in questo caso sarebbe forse più corretto chiamarlo dialogo tra due personaggi interpretati da un solo attore, termina con la dedica di Jobs e che d’Elia fa sua, “alle persone folli, anticonformiste, ai rompiscatole, ai piantagrane”. In sostanza a tutti quelli che sanno osare, che non hanno paura di trasgredire. Perché sono queste le persone che saranno in grado di fare progredire il mondo.
Un pubblico entusiasta ha accolto questo bellissimo nuovo quaderno di Corrado d’Elia, con un forte e prolungato applauso e numerose chiamate in scena dell’attore. Per chi ama Corrado d’Elia lo spettacolo non è da perdere. Per chi non lo conosce (Ma c’è qualcuno che ancora non lo conosce?) corra a vederlo al Teatro Leonardo, dove l’ho visto ieri sera in prima assoluta e dove resterà in scena fino al 31 Ottobre.
Carlo Tomeo: ogni diritto è riservato.
Info e prenotazioni Teatro Leonardo: biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45